Karate-Do

Logo Karatekai Italia - piccoloDOJO KARATEKAI CASERTA – SCUOLA DI KARATE UECHI-RYŪ e KORYU UCHINADI KENPO-JUTSU

Il nostro dojo, affiliato alla Scuola Karatekai Italia, si propone di studiare, approfondire e diffondere gli aspetti meno conosciuti del Karate, quelli atti a creare un “ponte che collega la crescita personale con la sicurezza personale”, fondamentale per chi desidera apprendere il Karate come una vera Arte marziale.

Si rivolge a tutte le età, con didattiche differenziate, proponendo, indipendentemente dagli stili già conosciuti, una pratica non competitiva, totalmente basata su applicazioni difensive, intrisa dalla filosofia morale e dall’insegnamento introspettivo atto a formare un unico studio completo, ripercorrendo la tradizione classica adattata alla società contemporanea. In particolare:

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-          il KARATE UECHI-RYŪ per la International Kenyukai Association di Okinawa, uno stile di Karate di matrice prettamente cinese e proveniente da una disciplina di combattimento nota col nome di Pangai-Noon (metà duro/metà morbido), avente come caposcuola M° Shinjo Kyohide, 9° dan e leggenda vivente sul territorio nipponico;

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-          il KORYU UCHINADI KENPO-JUTSU, per la International Ryukyu Karate Research Society (Ryūkyū Karate-Jutsu Kokusai Kenkyūkai), un metodo avente come scopo lo studio delle origini, dell’evoluzione e delle teorie relative alle applicazioni dei kata del Karate antico e del Kobudo di Okinawa, avente come caposcuola il M° Patrick McCarthy, 9° dan e noto ricercatore di fama mondiale sulle arti di combattimento storiche delle Ryukyu di Okinawa.

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LE ORIGINI DEL KARATE

Le origini del Karate hanno radici antichissime, in particolar modo al Kenpo cinese, al Kenjutsu / Jujutsu giapponese,  e sono fortemente legate al combattimento per la sopravvivenza poiché lo scopo primario del Karate era quello di difendersi dai malintenzionati mettendoli fuori combattimento con un solo colpo o movimento. Per ottenere ciò era indispensabile la conoscenza dei punti vitali (Kyusho), la precisione e la giusta concentrazione di forza nei colpi.

Tuttavia il Karate, riconosciuto in maniera ufficiale ad Okinawa nel 1936 quando è stato collocato dalla Dai Nippon Butokukai nel novero delle 12 arti del BUDO giapponese, viene modificato nelle sue varie strategie e tecniche marziali che hanno finito col modificare i suoi brutali metodi si supremazia marziale in sistemi di allenamento la cui metodologia ha come obiettivo finale il miglioramento dell’individuo. Per tali ragioni, l’obiettivo primario del KARATE-DO è diventato “Ricercare un miglioramento continuo della propria personalità nell’inevitabile conflitto del vivere sociale”.

 

LA FILOSOFIA DEL KARATE

La realizzazione degli obiettivi del Karate passa inevitabilmente attraverso una pratica che va necessariamente svolta considerando tre livelli di studio:

  • SHIN – Interiore (Mentale e Spirituale)
  • GI – Tecnico (Organizzazione dei segmenti corporei, nello spazio e nel tempo, finalizzata ad uno scopo)
  • TAI – Fisico (Armonizzazione delle nostre azioni – contrazione ed espansione – nel tempo e nello spazio).
Infatti, così come le altre arti marziali appartenenti al BUDO che seguono la SHINKAKU NO MICHI (La Via dei Principi Etici e Morali), il Karate-do ha come comune denominatore lo studio del pianeta uomo e le sue capacità psico-fisiche in armonia con le leggi universali. Migliorare solo la tecnica senza migliorarci come individui significa non aver compreso la Via (DO): vivere in armonia con quello che ci circonda, e quindi coltivare una piena realizzazione personale e sociale.
Ciò rappresenta la filosofia delle Arti Marziali giapponesi legate al BUDO, anticamente studiate attraverso tecniche di meditazione e movimenti del corpo predefiniti (KATA). Questo è stato perpetuato fino ad oggi dai grandi Maestri. Sia nella metodologia che nel programma tecnico non devono esistere competizioni di sorta, ma bisogna basarsi essenzialmente sul senso del rispetto di sé e degli altri. Questo concetto deve essere garantito dall’etichetta (REIGI o REISHIKI) e dalla gerarchia che fanno del Karatedo una scuola di impegno fisico, psicologico e morale per eccellenza dove vengono esaltate non la supremazia sugli altri (competizioni) ma quelle qualità insite in ogni individuo che sono la costanza, l’impegno e la determinazione.
I passaggi di grado indicano il progressivo miglioramento degli allievi e, allo stesso tempo, li aiutano a prendere conoscenza delle proprie qualità e dei propri limiti. Gli esami, intesi in tal senso, sono quindi un sistema non tanto di valutazione tecnica ma un mezzo per meglio conoscersi attraverso una sincera autocritica. Il senso della prova d’esame, va quindi al di là del fatto di essere ammessi ad un grado superiore o meno, ma deve aiutare a migliorare passo dopo passo quella “Via” che in definitiva è la nostra stessa esistenza. Lo studio della tecnica, l’abilità e la maestria sono solo il mezzo attraverso il quale cerchiamo di migliorarci come individui.

La pratica del Budo è un processo di realizzazione che dura tutta una vita. Ognuno deve applicare i valori appresi nel Dojo alla vita di ogni giorno, questa è la Via (DO). Insegnare questo stile di vita è un lungo viaggio che trascende ogni cultura, religione o orientamento politico, e che rappresenta un contributo prezioso per tutto il genere umano.

Oggi le Arti Marziali sono integrate nello Sport come attività educative e formative, e sono praticate anche per migliorare la forma fisica, per questo motivo hanno riscosso una vasta popolarità in tutto il mondo. Tuttavia è importante sottolineare che l’essenza del KARATE-DO, “La Via della mano vuota” (KARA = VUOTO, TE = MANO, DO = VIA), risiede nella ricerca profonda della sua forma d’arte, dove in ogni tecnica si utilizza il corpo nel suo insieme, per raggiungere elevati livelli di efficacia, precisione ed essenzialità coma la lama di una katana (spada giapponese).

La tecnica, ripetuta giorno dopo giorno, è quindi non solo strumento per affinare abilità fisiche e mentali, ma una pratica che aiuta ad un profonda comprensione di se stessi e degli altri, con un approccio olistico, tipico delle discipline marziali dove si richiede massimo controllo delle proprie emozioni e limpido stato d’animo, ossia unione tra “mente, corpo e spirito,” su cui poggia la tradizione del BUDO giapponese.
Considerando le finalità, gli obiettivi, la didattica strutturale dell’insegnamento e la pratica promossa dalla nostra associazione, abbiamo scelto di studiare, approfondire e diffondere, dal punto di vista pratico e teorico, gli aspetti meno conosciuti del Karate come il condizionamento del corpo, la lotta nelle sue diverse forme, le leve articolari e le tecniche di autodifesa in generale, sia in piedi che a terra, espressioni fondamentali e caratteristiche della pratica tradizionale, congiunte agli insegnamenti etici, morali e spirituali delle Arti marziali orientali di cui riportiamo alcuni dei più importanti principi:

- “On ko chi shin” (letteralmente: Studiare il vecchio per imparare il nuovo) attraverso cui studiare le cose del passato, permette di ottenere nuove conoscenze. In poche parole, imparare dalla saggezza degli antichi. Seguire i vecchi modi. Matsuo Basho [1644-1694] ha scritto: «Cerca di non seguire [ciecamente] le orme degli uomini del passato ma continua piuttosto a cercare quel che loro stessi cercarono»;

- Bun bu ryo do (letteralmente: la via della penna e della spada) ovvero il vero progresso nelle arti marziali è possibile solo se coltiviamo noi stessi attraverso l’equilibrio della cultura filosofica e della pratica fisica, mentale e spirituale;

- “Do Mu Gen” (letteralmente: la via infinita) – ovvero che non c’è fine per l’apprendimento. Anche a livelli avanzati, ci sono livelli ancora più elevati da raggiungere. Non vi è alcun punto in cui la propria abilità o comprensione è completa. Apprendere la “Via” è qualcosa che si fa giorno per giorno, minuto per minuto, secondo per secondo, ora, per l’eternità. Non c’è modo più veloce.

 

UNA LEZIONE TIPO

Si inizia e si finisce con il saluto tra il maestro e gli allievi; seguono degli esercizi di concentrazione e respirazione.

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Poi si pratica una ginnastica atta a preparare i muscoli, mobilizzare le articolazioni ed il corpo alla pratica.

Si continua con l’apprendimento degli spostamenti di base del corpo.

Si passa quindi alla pratica delle tecniche di base e delle variazioni presentate dal maestro ed eseguite sotto forma di “kata” a coppie (cioè come forme prestabilite in cui ci si alterna nella parte di chi esegue il movimento e di chi lo riceve) e singolarmente. Tale pratica si basa sullo studio di diversi aspetti del Karate (Hojo Undo, Kata, Kumite, Bunkai) in base ad attacchi, prese, colpi di taglio, pugni, calci e proiezioni, che rappresentano anche i principi generali della difesa personale.

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Si termina con esercizi di defatigamento.